Torna “Anteprima Vini”

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10 e 11 maggio 2014
A Lucca la Tredicesima edizione per i grandi vini Toscani dalle Apuane alla Maremma
Vino, prodotti del territorio, grandi chef
La manifestazione in programma 10 e 11 maggio all’ex Real Collegio nel capoluogo toscano
Ospite dell’edizione 2014, il fotografo e produttore di vini, Oliviero Toscani

C’è l’“altra Toscana” del vino in esposizione a Lucca nel secondo week-end di maggio. Non quella del Chianti, Classico o Riserva, ma quella che dalle Apuane arriva giù fino alla Maremma, costeggiando il litorale e dando lustro alle etichette nobili della viticoltura italiana. L’altra Toscana, per l’appunto: presente con le principali aziende di questa zona che mostreranno le loro anticipazioni. Piccole produzioni e grandi tenute, storie appena abbozzate e radici robuste e lontane nel tempo che, basta percorrerle fino all’origine per accorgersene, hanno segnato la fortuna mondiale della produzione enologica toscana.

Eccolo il fil rouge di Anteprima Vini della Costa Toscana, consolidato appuntamento annuale, organizzato dall’associazione Grandi Cru della Costa Toscana, giunto quest’anno alla sua tredicesima edizione. Grazie a un’attenta selezione dei produttori – circa 80 tra le province di Grosseto, Livorno, Pisa, Lucca e Massa Carrara – e a una eterogenea lista di eventi collaterali, questa manifestazione vuole affiancare la degustazione dei vini a quella di piatti preparati da chef stellati, spaziando tra incontri culturali a tema, laboratori del gusto e assaggi gastronomici locali.

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Varie sale compongono questo percorso: da quella dedicata agli show-cooking – “Andata e ritorno: chef toscani nel mondo, chef del mondo in Toscana” – con chef di livello internazionale quali Igles Corelli, Loretta Fanella, Cesare Casella, Enrico Bartolini, Michele Martinelli e Valentino Cassanelli, all’area ospiti stranieri, quest’anno con i vini della Galizia. Non mancano i laboratori di degustazione guidata e per chi fosse interessato ad acquistare le bottiglie che ha appena assaggiato, c’è anche l’enoteca interna. Eppure l’inusuale caratteristica dell’anticipazione rende l’evento del tutto unico e originale: ad Anteprima Vini si assaggiano e si valutano i vini giovani, spillati dalle botti. Per questa edizione è di scena la vendemmia 2013 che, dopo l’affinamento in botte prima e in bottiglia poi, darà vita, con il giusto invecchiamento, a prodotti eccellenti. Oppure si degustano campioni di intere annate aspettando che escano sul mercato, deliziandosi a fare pronostici in vista, tra qualche anno, della definitiva maturazione. E nel gioco degli abbinamenti tra piatti magistralmente eseguiti e bicchieri dal gusto rotondo, ci si potrà muovere da una sala all’altra alla ricerca di prodotti raffinati e ricercati o dell’etichetta nota.

L’appuntamento è dunque a Lucca il 10 e 11 maggio nella splendida cornice dell’ex Real Collegio, palazzo nobiliare del centro storico lucchese, che sorge quasi appoggiato alla passeggiata muraria della città.

Quest’anno l’apertura è affidata a Oliviero Toscani, (anch’egli uno dei produttori dell’associazione Grandi Cru della Costa) che il sabato mattina (10 maggio) presenterà il libro dedicato ai produttori della Costa Toscana. “I sessantacinque grandi dei Cru della Costa Toscana”, questo il titolo: un racconto di parole, tracciate dal giornalista Francesco Merlo con la prefazione di Salvatore Settis, e di fotografie, scattate proprio da Toscani. Sul ring si discute di vino, tradizione toscana, prodotti del territorio, mentre nel percorso di degustazione c’è il meglio dell’enogastronomia.

Info: www.anteprimavini.com

Cristina

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A Vinitaly la performance live di Elisabetta Rogai

IL POGGIOA Vinitaly la performance live di Elisabetta Rogai
La pittrice toscana ideatrice della EnoArterealizzerà un dipinto dal vivo
Usandoal posto dei tradizionali colori il vino del Castello di Monsanto
Appuntamento con l’arte è domenica 6 allo stand D9 (pad. 9)alle ore 12

Firenze, 2aprile 2014

Dipingere dal vivo usando il vino al posto dei tradizionali colori, portando l’arte nel cuore pulsante della kermesse veronese: è così che a undici anni dal primo incontro, si rinnova la partnership tra l’artista toscana Elisabetta Rogai e il Castello di Monsanto (www.castellodimonsanto.it). La pittrice – diventata famosa in tutto il mondo proprio per l’intuizione di dipingere usando il vino rosso– si esibirà in una performance live di EnoArte©, la tecnica artistica che consente ai quadri di invecchiare, cambiando letteralmente colore col passare del tempo. L’appuntamento è per domenica 6 aprile nello stand del Castello di Monsanto (padiglione 9, stand D9), a partire dalle ore 12, quando Elisabetta Rogai realizzerà in diretta un dipinto davanti a una folta platea formata da giornalisti, addetti ai lavori, buyer, produttori e “semplici” appassionati di vino.

A far gli onori di casa saranno Laura e Fabrizio Bianchi, titolari dell’azienda di Barberino Val d’Elsa: il vino che hanno scelto per la performance, in accordo con l’artista, è il prodotto di punta dell’azienda, il Chianti Classico “Il Poggio” riserva 2009. “Ho sempre ammirato molto i lavori di Elisabetta – spiega Laura Bianchi, la cui famiglia possiede diverse opere dell’artista – e ad unirci sono due amori, quello per l’arte e quello del vino. Sono certa che sarà in grado di esprimere sulla tela tutte le potenzialità del nostro vino”.

primo piano LauraIl legame tra Elisabetta Rogai e il Castello di Monsanto risale al 2003, quando l’artista venne chiamata a dipingere l’etichetta di “Astrid”, il prodotto dell’azienda barberinese diventato vino ufficiale del semestre italiano di presidenza dell’Unione Europea. Per la pittrice fiorentina, l’appuntamento col 48° Vinitaly– la quarta edizione che la vede protagonista, ormai – rappresenta l’inizio di un tour de force che la porterà in Italia e all’estero: dopo Verona, infatti, sono previste performance ed esposizioni in Franciacorta (16-18 maggio, Fiera dei Fiori), Lituania (28 maggio – 3 giugno) Hong Kong (4-9 giugno, Festival Made in Italy), Firenze (17-19 giugno, Pitti Uomo) e Assisi (luglio, evento Assisi Suono Sacro).
Per informazioni e foto:
Marco Gemelli +39.338.5624777
info@elisabettarogai.it
http://www.enoarte.it

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Incontri al museo del vino

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Il vino? Se ne discute nel “suo” museo con incontri ad hoc
Dal 12 aprile un ciclo di sei appuntamenti tra storia, tecnica e gusto
per scoprirne i segreti e degustare rossi e bianchi made in Tuscany

 

Un’occasione di avvicinarsi al mondo del vino in maniera completa e multidisciplinare, per scoprire non solo i dettagli tecnici – l’esame visivo, olfattivo e gustativo – ma anche in prospettiva storica, dalle origini del vino degli etruschi, romani e attraversando la Firenze medievale. E ancora, in una carrellata di elementi che orbitano intorno al bicchiere: la vigna, il mondo del sommelier e i vini biologici. E’ Convinum, il ciclo di incontri simposiali a metà strada tra gusto e cultura che si terrà dal 12 aprile al Daviddino in via Martelli 14/r, a Firenze.

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Gli incontri andranno avanti fino al 21 giugno, in orario pomeridiano e della durata di due ore: ogni appuntamento è preceduto da una visita a Winex, la struttura museale dedicata al mondo della viticoltura italiana, poi inizierà il simposio tematico vero e proprio con una serie di incontri – con la sommelier Paola Caroti Ghelli, la produttrice Annalisa Busani, la direttrice del museo nazionale archeologico Carlotta Cianferoni, l’agronomo Marco Mazzarrini, l’enologo Mirko Niccolai e Giovanni Roncaglia (Soprintendenza archeologica della Toscana) – seguiti da una degustazione di tre diversi vini legati al contesto forniti da prestigiose case vinicole. Infine, il buffet di specialità regionali per approfondire la discussione su quanto si è appena scoperto.

Ecco l’elenco degli incontri, con le aziende partecipanti:
612 aprile – “Il mondo del sommelier”, az. Corte dei Venti
26 aprile – “Vini biologici”, az. Cavalierino
10 maggio– “Storia del vino”, vini a marchio Etruschello
24 maggio – “La vigna”, az. Poggio Amorelli
7 giugno – “L’esame visivo, olfattivo, gustativo”, az. Mormoraia
21 giugno – “Il consumo del vino nella Firenze medievale”, az. Terre Nere

Gli incontri si terranno nella sala conferenze del locale, arricchito da un giardino interno dove si trova una statua in pietra serena ispirata al David di Michelangelo (da cui prende il nome il Daviddino, inserito tra due coppie di cariatidi del XVII secolo). All’interno del locale c’è anche Winex, l’esposizione permanente dedicata al ciclo di lavorazione della vite e del vino, con oltre 500 oggetti storici, a partire da alcuni autentici reperti etruschi, romani e medievali concessi dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze.

Per info e prenotazioni:
info@littledavid.it
370.1297403 – Paola

Suggerito da Cristina

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Dalla vigna alla cantina: a Firenze il “Museo del Vino”

6Dalla vigna alla cantina: a Firenze il “Museo del Vino”
Il passato e il presente della viticoltura in via Martelli: ecco la prima struttura espositiva privata in collaborazione col museo archeologico

Firenze è una città perennemente “da scoprire”, le sue stradine, l’Oltrarno e le sue botteghe storiche ormai sempre più rare, i viali che portano fino al Piazzale Michelangelo, i cancelli chiusi, i portoni….ma se si riesce a scorgere attraverso i muri, i pergolati, le grate e le persiane si possono scoprire dei mondi impensabili, dei giardini dalla bellezza sconcertante, celati, ma spudorati nella loro bellezza. E così anche il centro storico, fatto di palazzoni severi, eleganti, classicheggianti ma che si aprono ad attività nuove, ad artigiani illuminati, arte e cultura, a collezioni impensate, a musei….
Come il Museo del Vino, nato in via Martelli:un’esposizione permanente dedicata al ciclo di lavorazione della vite e del vino, con oltre 500 oggetti storici, a partire da alcuni autentici reperti etruschi, romani e medievali concessi dal Museo Archeologico di Firenze. E’ il “museo del Vino” di Firenze la prima realtà del genere, espressione dell’intera Italia vinicola nel suo complesso: forte di trovarsi in una città dalla forte vocazione sia vinicola che museale, nelle sue due sale “Winex” (sintesi di Wine Exposure) intende mostrare tutti gli elementi che dal tralcio di vite portano fino alla bottiglia di vino, celebrando il forte retaggio dei saperi del territorio.

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Un’occasione unica per imparare qualcosa di più sul mondo della vigna e della cantina: la prima stanza – impreziosita da un decanter etrusco, un “kantharos” (coppa) e una brocca – è dedicata al rapporto tra l’uomo e la vigna, con una raccolta di oggetti caratteristici delle fasi di lavorazione dei tralci, mentre la seconda ripercorre i momenti del passaggio da mosto a vino.

A mettere insieme la collezione che compone il museo è Giuseppe Iuppa, appassionato di archeologia, di mondo etrusco e di vino, nonché titolare del wine-bar Little David al cui interno sorge il museo: “Per molto tempo ho raccolto questo materiale in giro per l’Italia per piacere personale – spiega, con soddisfazione – e l’anno scorso finalmente mi sono deciso a selezionare gli esemplari più interessanti e ordinarli secondo un criterio didascalico, in modo da dare un valore aggiunto per fiorentini e turisti. Vorrei che il museo potesse diventare un’attrazione per far vedere ai visitatori di Firenze una parte importante del made in Italy enologico”.

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Il “museo del Vino” è aperto tutti i giorni, dalle 10 a mezzanotte (in concomitanza con gli orari del Little David), ingresso libero per i clienti del wine-bar.

Per info:
info@littledavid.it
055.2302695

Segnalato da Cristina

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Il Peposo….nato all’Impruneta dai tempi del Brunelleschi …..alle nostre tavole

foto peposoIl Peposo….nato all’Impruneta dai tempi del Brunelleschi …..alle nostre tavole
L’Impruneta, paesino attaccato a Firenze, pieno di luce, di olivi e di verde, è famoso per la produzione del cotto, una terracotta toscana, rossiccia, famosa in tutto il mondo, cha ha lastricato mille e mille palazzi, chiese, piazzali; in questo luogo dalla terra rossa è legata la nascita di un piatto della tradizione toscana: il peposo

Il peposo è un piatto a base di carne, cotta …in forno a fuoco moderato (proprio come si fa per la terracotta) con pochi condimenti ed un quantitativo a dir poco generoso di pepe, da cui deriva il nome. Il peposo è, quindi, la tipica esemplificazione della cucina toscana: ingredienti ottimi, cotture semplici, condimenti giusti per esaltare e non coprire il gusto di questa cucina che potrebbe sembrare essenziale ma che invece è ricca e ricercata nella scelta delle materie prime e nel totale rispetto della loro natura nel cucinarli
Ma anche la terracotta ha avuto un ruolo nella creazione di questo semplice e gustosissimo piatto; infatti, sono stati proprio i fornacini (gli addetti alla cottura dei mattoni nelle fornaci) che hanno creato il peposo: in un angolo della fornace, là dove non avrebbe dato fastidio al loro lavoro, mettevano un tegame di coccio con tutti gli ingredienti affogati nel vino; dopo circa cinque ore il piatto era pronto.
Ma la creazione di questo piatto è legata, tra la storia e la leggenda, anche alla costruzione della cupola della Cattedrale di Santa Maria in Fiore, il Duomo di Firenze: si narra infatti che, al tempo del Brunelleschi, i fornacini addetti alla cottura dei mattoni facessero largo uso di questa pietanza.
Evidentemente il pasto, il pepe ed il vino contribuirono ad ottimizzare il lavoro degli operai esaltando la bellezza dell’opera del Brunelleschi…

Il piatto, come già sottolineato, è semplice, il gusto è fortissimo. Gli ingredienti pochissimi e del territorio, scelti con cura: la carne è del muscolo, normalmente utilizzato per lo spezzatino, meglio se spezzatino di chianina; il vino è quello del territorio, un Chianti che con la sua struttura supporta ed esalta la carne che, cuocendo immersa nel vino, ne assorbe l’aroma e diviene morbida, mentre il vino al contempo smorza il gusto forte della carne. Aglio, pepe e aromi, a completare, devono ovviamente essere di qualità

La chianina non ha bisogno di grandi presentazioni: si tratta di un bovino di taglia molto grande tipico della Val di Chiana che dà carni ottime, molto magre e saporite (è la razza da cui si ricava il taglio della bistecca alla fiorentina).

Infine il Chianti, il vino che più rappresenta la Toscana.
Il Chianti D.O.C.G. è prodotto nei territori delle province di Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato e Siena, territori che si presentano con caratteristiche colline a grandi terrazze con vallate attraversate da fiumi, quindi un prodotto del territorio che sposa bene il peposo non solo durante la cottura ma anche come accompagnamento in tavola

La lista degli ingredienti è essenziale, pochi i prodotti, semplicissimo il metodo di cottura, eppure il peposo ha diverse versioni, un gioco di aromi e spezie, la quantità del pepe, il vino, sono tante le versioni, da paese a paese…..

Ricetta d’autore de IL francescano
Ingredienti
1 kg di muscolo di chianina
1 litro di Chianti rosso
1 cucchiaio di pepe nero macinato
5 spicchi d’aglio (vestito…come si dice a Firenze)
8 fette di pane toscano
un mazzetto di salvia e rosmarino
sale qb
Preparazione:
Disporre il muscolo tagliato a dadi non troppo piccoli in una pentola di coccio, aggiungere gli spicchi d’aglio senza levare la camicia, il sale, il mazzetto di odori e il pepe. Coprire con il vino e far cuocere a calore moderato, in forno (circa 150°C) o sul fornello, fino a che la carne non risulti estremamente morbida, avendo cura di coprire il recipiente.
Occorreranno almeno 4 ore di cottura lenta, a fuoco basso.
Tostare le fette di pane, in forno o sulla griglia, disporle in un piatto e versarci sopra il peposo.
Servire ben caldo
e….buon appetito!!!!!!

4 (1)Trattoria Il Francescano
Largo Bargellini
50122 Firenze
Telefono 055/241605
Mail: info@ilfrancescano.com
Cristina

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Trattoria il Frascescano suggerita da Cristina

4 (1)Trattoria il Frascescano
In Piazza Santa Croce a Firenze

…….oggi Canova chiamasi il luogo dove si vende il vino a minuto…e poi si stribuiva la mattina, a cenno della campana grossa dè Priori, a più chiese e canove per tutta città…… Da L’Accademia della Crusca

E’ il centro di Firenze, quello che è sulle cartoline che vanno per il mondo, quello che il mondo ci invidia, la Firenze scanzonata, quella di Pratolini e della Viaccia, quella dei “bischeri”, dei barrocci e dei vinai, dei panini con la trippa calda mangiata in piedi nelle piazze, la vecchia Firenze, amata o criticata, la “c” perduta per la strada, ma piena di cultura e ironia, dal dileggio facile per tutti, dai fiorentini personaggi buffi, irriverenti e ironici, dalla fede senza se e senza ma nella Fiore, passione che li vede tutti essere CT, dal lunedì al lunedì dopo….praticamente sempre!
Siamo nel “cuore” della città, dei vicoli pieni di colore e cultura, delle botteghe degli artigiani che stanno via via diminuendo fino a sparire, dei maestri d’arte, delle lavorazioni sapienti della pelle ma soprattutto un bagno di storia, dove butti lo sguardo e scorgi un rosone, un traforo, un ricciolo, un putto e ancora ricordi della vita dell’Ottocento, la Firenze popolare che sembra cristallizzata e ancora rivivere nelle botteghe dei vinaini, con la gente seduta “a strasciconi” sulle scale di qualche Chiesa, un tocco irriverente a contrasto della severità del luogo, l’acciottolato delle stradine, dove sembra ancora di sentire i ferri dei 4 (1)cavalli, dei barrocci, e le popolane e i ragazzotti del quartiere che bociano, i rumori, le grida, l’atmosfera “fatata” di luoghi particolari e unici…e poi i “detti”, i vecchi detti che appartengono alla cultura popolana fiorentina, che sono oramai patrimonio dei vecchi……
La Trattoria Il Francescano, l’antica insegna riportata di recente a vista – Pizzicheria e Canova di Vini – ne testimonia l’origine di vinaio, la mescita del vino, il gottino, come si chiama qui a Firenze, il tipico locale storico fatto dal bancone di marmo, il vinaino, la mescita, il pilastro della vita quotidiana della Firenze che fu. Lunga storia quella de Il Francescano: negli anni Settanta-Ottanta, sotto la guida di Alberto Bernardoni, divenne ritrovo abituale di celebrità dello spettacolo, abituali frequentatori di Santa Croce per via del vicinissimo e importante Teatro Verdi: in quel periodo era quasi scontato avere come vicini di tavola, magari a notte fatta, Gino Bramieri, Vittorio Gassman o un’ancor giovanissimo Roberto Benigni.
Oggi, dopo tanto girovagare per il mondo e la nostalgia per il suo ritorno, la “creatura” di Bernardoni, come lo definisce il suo “primo amore”, la Trattoria Il Francescano sotto l’attenta regia del giovane imprenditore Leonardo Scuriatti e Alberto calcio storico fiorentino 2Bernardoni stesso, risplende di nuova luce, glamour, notorietà, frequentazioni vippaiole, sapori e profumi toscani: la tavola, una tavolozza di gusto, fantasia e leggerezza, una manciata di eccentrica eleganza, lampadari d’antiquariato e stampe d’epoca, tavoli in marmo e sedie impagliate, lastre di marmo alle pareti, specchiere e mobili in legno e su tutto schidioni di ferro sospesi dal soffitto con lunghe collane d’aglio attaccate, grappoli di pomodori pachini dal rosso sfolgorante e spudorato, burrate in bella mostra, opulente e accattivanti…….e poi la trippa, il cervello e gli schienali, la pappa al pomodoro….che fa diventà belli, come si dice ai bambini di qui, la ribollita còll’olio bono, il peposo, la schiacciata coll’uva…e in questa magnificenza di sapori, anche l’occhio vuole la sua parte e dai vetri si scorge, come vicino di casa….la grandezza rinascimentale della Basilica di Santa Croce, bella da sindrome di Stendhal, piena di luci e di candori marmorei, con la statua di Dante meditativo, su una Piazza Santa Croce fatta ancora di giochi di ragazzi, di piccioni, di panchine in pietra, di colori e poi, nel mese di giugno, le grida e la tradizione del Calcio Storico Fiorentino….questa è la Firenze dei fiorentini, beceri e arguti, gnoranti ma colti bottegai, quelli che prendono in giro il mondo ma che non tollerano chi critica la…Viola!!!!!!….quella, launsitocca!!!!!!!

 

foto peposoRicetta d’autore Il Peposo….nato all’Impruneta dai tempi del Brunelleschi …..alle nostre tavole

L’Impruneta, paesino attaccato a Firenze, pieno di luce, di olivi e di verde, è famoso per la produzione del cotto, una terracotta toscana, rossiccia, famosa in tutto il mondo, cha ha lastricato mille e mille palazzi, chiese, piazzali; in questo luogo dalla terra rossa è legata la nascita di un piatto della tradizione toscana: il peposo

Il peposo è un piatto a base di carne, cotta …in forno a fuoco moderato (proprio come si fa per la terracotta) con pochi condimenti ed un quantitativo a dir poco generoso di pepe, da cui deriva il nome. Il peposo è, quindi, la tipica esemplificazione della cucina toscana: ingredienti ottimi, cotture semplici, condimenti giusti per esaltare e non coprire il gusto di questa cucina che potrebbe sembrare essenziale ma che invece è ricca e ricercata nella scelta delle materie prime e nel totale rispetto della loro natura nel cucinarli
Ma anche la terracotta ha avuto un ruolo nella creazione di questo semplice e gustosissimo piatto; infatti, sono stati proprio i fornacini (gli addetti alla cottura dei mattoni nelle fornaci) che hanno creato il peposo: in un angolo della fornace, là dove non avrebbe dato fastidio al loro lavoro, mettevano un tegame di coccio con tutti gli ingredienti affogati nel vino; dopo circa cinque ore il piatto era pronto.
Ma la creazione di questo piatto è legata, tra la storia e la leggenda, anche alla costruzione della cupola della Cattedrale di Santa Maria in Fiore, il Duomo di Firenze: si narra infatti che, al tempo del Brunelleschi, i fornacini addetti alla cottura dei mattoni facessero largo uso di questa pietanza.
Evidentemente il pasto, il pepe ed il vino contribuirono ad ottimizzare il lavoro degli operai esaltando la bellezza dell’opera del Brunelleschi…

Il piatto, come già sottolineato, è semplice, il gusto è fortissimo. Gli ingredienti pochissimi e del territorio, scelti con cura: la carne è del muscolo, normalmente utilizzato per lo spezzatino, meglio se spezzatino di chianina; il vino è quello del territorio, un Chianti che con la sua struttura supporta ed esalta la carne che, cuocendo immersa nel vino, ne assorbe l’aroma e diviene morbida, mentre il vino al contempo smorza il gusto forte della carne. Aglio, pepe e aromi, a completare, devono ovviamente essere di qualità

La chianina non ha bisogno di grandi presentazioni: si tratta di un bovino di taglia molto grande tipico della Val di Chiana che dà carni ottime, molto magre e saporite (è la razza da cui si ricava il taglio della bistecca alla fiorentina).

Infine il Chianti, il vino che più rappresenta la Toscana.
Il Chianti D.O.C.G. è prodotto nei territori delle province di Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato e Siena, territori che si presentano con caratteristiche colline a grandi terrazze con vallate attraversate da fiumi, quindi un prodotto del territorio che sposa bene il peposo non solo durante la cottura ma anche come accompagnamento in tavola

La lista degli ingredienti è essenziale, pochi i prodotti, semplicissimo il metodo di cottura, eppure il peposo ha diverse versioni, un gioco di aromi e spezie, la quantità del pepe, il vino, sono tante le versioni, da paese a paese…..

Ricetta d’autore de
IL FRANCESCANO

Ingredienti (per 4 persone)
1 kg di muscolo di chianina
1 litro di Chianti rosso
1 cucchiaio di pepe nero macinato
5 spicchi d’aglio (vestito…come si dice a Firenze)
8 fette di pane toscano
un mazzetto di salvia e rosmarino
sale qb
Preparazione:
Disporre il muscolo tagliato a dadi non troppo piccoli in una pentola di coccio, aggiungere gli spicchi d’aglio senza levare la camicia, il sale, il mazzetto di odori e il pepe. Coprire con il vino e far cuocere a calore moderato, in forno (circa 150°C) o sul fornello, fino a che la carne non risulti estremamente morbida, avendo cura di coprire il recipiente.
Occorreranno almeno 4 ore di cottura lenta, a fuoco basso.
Tostare le fette di pane, in forno o sulla griglia, disporle in un piatto e versarci sopra il peposo.
Servire ben caldo
e….buon appetito!!!!!!

Trattoria Il Francescano
Largo Bargellini
50122 Firenze
Telefono 055/241605
Mail: info@ilfrancescano.com

 

 
Cristina

 

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Slurp Expo 2014

Programma Eventi Slurp Expo 2014Slurp Expo 2014
29 e 30 marzo 2014

L’Italia protagonista in campo alimentare

La cucina è infatti una delle espressioni più profonde della cultura di un Paese: è il frutto della storia del Paese, racconta chi siamo, riscopre le nostre radici, ci rappresenta al di là dei confini. La cultura della cucina è cultura attiva, frutto della tradizione e dell’innovazione e, per questo, da salvaguardare e da tramandare.
Ed infatti gli organizzatori di Slurp Expo 2014 intendono raggruppare tutta una serie di prodotti di aziende piccole e grandi, artigianali, prodotti di nicchia, che rappresentano il patrimonio culturale del Veneto.
Dal Torcolato Vigne di Roberto, ai prosciutti Soranzo, i salumi Val Pasubio, le confetture di Rubbio, il mitico formaggio di Asiago, le confetture Cadei Baghi, l’olio dulcisinfundo, gli spumanti Balter, il mitico tronchetto di cioccolata……
Slurp Expo 2014
Area Shed di Schio

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A Firenze Taste 2014 Food, Fashion & Fine Wine

8A Firenze Taste 2014   Food, Fashion & Fine Wine
Taste 2014 a Firenze, la creatività degli organizzatori per ospitare eventi di moda, design e arte trasformando la città in un unico grande e meraviglioso ristorante. Una avanguardia creativa e reattiva alle statistiche di crisi, che non si arrende, ma crea, studia, pensa…protagonisti del fashion system, dell’arte, della musica e del food di qualità, dei grandi vini italiani, dei prodotti di nicchia, tutti riuniti in un unico contenitore di idee, esperti di cucina o foodie appassionati, chef pluristellati oppure neofiti dei fornelli, sommelier e produttori, ripensano i contorni dell’essere italiani, un mondo fatto di colori e di sapori, tutti riuniti in un unico contenitore di idee e di sapori….signori è il Taste 2014!
Nell’Oltrarno fiorentino e non a caso, in uno dei cultural district più glamour della città, al rinnovato Lungarno Bistrot, venerdì 7 marzo dalle ore 19. il Tribute to Versace: serata di Food, Fashion & Fine Wine, una mostra di abiti vintage dello stilista scomparso, con musica dal vivo e degustazione di vino, cioccolata, peperoncino e cheesecake.
Una serata dal mood luxury, a metà strada tra il mondo dell’alta moda e quello dell’enogastronomia di qualità. Dall’incontro di queste due espressioni del made in Italy debuttano per la prima volta a Firenze una serie di connubi che giocano con i sensi: dalla vista all’olfatto, dall’udito fino al tatto e – ovviamente – il gusto. E’ il “Tribute to Versace – Food, Fashion & Fine Wine” organizzato nell’ambito del “Fuori di Taste”, il calendario di appuntamenti in città legato alla kermesse che Pitti Immagine dedica al gusto (8-10 marzo).

10L’appuntamento per gourmand e appassionati di moda è per venerdì 7 marzo in uno dei locali simbolo del bon vivre fiorentino, il Lungarno Bistrot in piazza Scarlatti 1/r. E’ qui che dalle 19 alle 22 andrà in scena la mostra di abiti vintage di Gianni Versace, una collezione privata di vestiti da donna degli anni Ottanta e Novanta, inclusa una esclusiva giacca indossata da Lady Gaga durante i concerti del suo ultimo tour mondiale. La mostra, vedrà la presenza di una modella che verrà truccata sul posto e indosserà gli abiti di Versace, tratti dalla collezione di Antonio Caravano (HM Make-up Italy): una raccolta, la sua, che conta 900 accessori e 36 abiti, tra cui le famose camicie foulard in seta che hanno vestito le icone fashion di quegli anni, quando grazie a uomini come Versace la moda visse un’esplosione di creatività made in Italy.

Accanto alla mostra degli abiti avrà luogo la degustazione di alcune “perle” dell’enogastronomia toscana, una selezione del presente e del futuro del made in Tuscany: il cioccolato e il finger food di Andrea Bianchini, già campione del mondo di chocolatérie e oggi titolare dei “Laboratori del Gusto”; la gamma di vini dell’azienda Tiberio di Terranuova Bracciolini, unico in Italia a produrre il Canaiolo chinato; i peperoncini di Peperita, con Rita Salvadori che presenta alcune delle varietà più piccanti e saporite al mondo.

Con l’evento del Tribute to Gianni Versace Firenze conferma il suo legame con il mondo dell’alta moda, portando in riva all’Arno i capi del “genio” Gianni Versace dopo che nelle ultime settimane il brand era tornato di grande attualità con la sfilata di haute couture a Parigi, alla presenza di Lady Gaga al defilè. Grazie all’allestimento curato da Emporium1919, per una sera il locale verrà trasformato in un atelier dove gli abiti e i prodotti gastronomici si intrecciano per creare una storia di stile e stupore.

 

Suggerito da Cristina

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Selezioni per il concorso L’Uomo di…Vino

Selezioni per il concorso L’Uomo di…Vino
Elisabetta Rogai e Antonella D’Isanto de I Balzini

Si sono svolte giovedì 27 febbraio, presso il “Brown Sugar Lounge Bar (piazza San Firenze 5/r, angolo via della Condotta) le selezioni del concorso L’Uomo Di Vino, ideato dalla produttrice Antonella D’Isanto dell’azienda I Balzini e l’artista fiorentina Elisabetta Rogai.
Chi vincerà l’ambito premio di essere il modello per un inedito ritratto al vino????
Non facile impresa: si sono presentati in tanti e dopo una prima scrematura sono rimasti i soggetti più belli e interessanti e sono stati sottoposti alle votazioni di una agguerrita e divertita giuria presieduta Isabella Poli e composta esclusivamente al femminile da giornaliste e opinion leader.
Inedito il concorso e inedito il tema, come afferma la Antonella D’Isanto, proprietaria dell’azienda di Barberino Val d’Elsa I Balzini: la mia è una azienda al femminile, sono affiancata da mia figlia e anche l’enologo è donna ma ho sempre pensato che il mio è un vino maschio, importante e forte, e in questo “concorso” voglio ricercare nel soggetto prescelto l’uomo che rappresenta il vino de I Balzini, fashion, sensualità, prestanza fisica, dolcezza e…fattore V…fattore vino!
Prossimo appuntamento al 9 di marzo, sempre negli spazi del Brown Sugar Lounge per l’attesissima performance live dell’artista Elisabetta Rogai e…l’uomo di vino.

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Arte & enologia: partono le selezioni per “L’Uomo Di…Vino”

betta 1Arte & enologia: partono le selezioni per “L’Uomo Di…Vino”

Al via il concorso indetto da “I Balzini” per trovare il modello che verrà ritratto
col nettare di Bacco dalla pittrice Elisabetta Rogai durante il Taste
(9 marzo)

 

Non un concorso di bellezza, ma un contest per dare volto all’uomo “Di…Vino” cercando in esso la stessa forza, eleganza e sensualità che si può trovare sorseggiando un buon bicchiere. E’ l’iniziativa lanciata dall’azienda vinicola “I Balzini” e dalla pittrice Elisabetta Rogai, in vista della prossima edizione di Taste, il salone del gusto che andrà in scena dall’8 al 10 marzo a Firenze. In occasione della kermesse, l’azienda guidata da Antonella D’Isanto ha voluto organizzare un contest tra i giovani residenti in Toscana per trovare il soggetto che sarà rappresentato nel dipinto “wine-made” realizzato dall’artista fiorentina in seno a una speciale serata-evento.

La gara è aperta a tutti i residenti in Toscana maggiorenni, che sono chiamati a inviare un paio di foto (primo piano e figura intera) all’indirizzo ibalzinicasting@gmail.com per partecipare alla selezione. Il vincitore – scelto da una giuria tutta al femminile, che comprende anche giornaliste e opinion leader – verrà utilizzato come modello per il quadro, e sarà dipinto il 9 marzo al “Brown Sugar Lounge Bar (piazza San Firenze 5/r, angolo via della Condotta). All’Uomo Di…Vino andrà anche un riconoscimento da parte de “I Balzini”: una confezione di sei bottiglie con il vino e la grappa dell’azienda vinicola di Barberino Val d’Elsa.

“La scelta di voler ritrarre un uomo – spiega Antonella D’Isanto – è dipesa dal fatto che davanti a un bicchiere con uno dei nostri vini storici, la sua eleganza, forza e sensualità mi hanno convinto che se avessi voluto rappresentare questo vino con sembianze antropomorfe, il soggetto sarebbe stato un uomo. Elisabetta ha sempre dipinto donne belle e sensuali anche utilizzando il vino: è l’artista giusta per rappresentare la mia idea dell’uomo di…vino”.

Per la pittrice Elisabetta Rogai, ideatrice della EnoArte©, si tratta della prima esperienza nel dipingere dal vivo con il vino soggetti maschili, dopo aver portato in giro per il mondo ritratti di figure femminili.

 

Per info:
Marco Gemelli
338.5624777
marcogemelli78@gmail.com

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Il Vino dei Poeti Bolgheri Rosso Doc Distilleria Bottega

Bolgheri.jpgNel 2013 Silver Medal  (Medaglia d’argento) al Gran Premio Internazionale del Vino MUNDUSvini 2013

Il Vino dei Poeti Bolgheri Rosso Doc è un vino di colore rosso rubino intenso con riflessi granata, che ha origine da una selezione di uve di Cabernet, Syrah e Sangiovese. Vinoso, armonico, salino e strutturato, si caratterizza per le note balsamiche di piccoli frutti a bacca rossa e di prugna e per i sentori minerali e speziati. Le uve hanno origine da vigneti esposti nord-sud, posti a 200-400 metri slm e caratterizzati da terreni sabbiosi, argillosi, con elevato scheletro, alcalini e ricchi di metalli. Il processo di vinificazione prevede la macerazione sulle bucce per più di 20 giorni. In questo periodo il mosto fermenta lentamente a una temperatura di 24-26°C. L’estrazione polifenolica viene favorita da un costante rimescolamento delle bucce con il mosto. Il vino viene infine lasciato maturare in botti e barrique per un periodo didue anni, di cui 18 mesi in botti di rovere.

Il Gran Premio Internazionale del Vino MUNDUSvini

Contatti: Giovanni Savio – Distilleria Bottega Srl. – Tel. 0438-406801

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Teatro Fraganze Uniche a White 2014

corretta Teatro Fraganze Uniche a White 2014

Raccontare il vino e l’arte con una fragranza…..

nasce la Linea Divini con un link all’Enoarte di Elisabet

Si aprono i battenti a Milano dell’edizione 2014 di WHITE, il grande contenitore di stile, moda, accessori.ta Rogai
Milano, 22/24 febbraio 2014

Nel settore Area Beauty l’esperienza sensoriale più nuova è quella di Teatro Fragranze Uniche, azienda “totalmente al femminile” gestita da Fiorella Lucci, Federica Schirra e Gaia Caiani coadiuvata dal “naso” maitre parfumer Narciso (Luigi Correra), è riuscita a fermare l’attimo delle percezioni: nasce LA LINEA DIVINI, fragranze per gli ambienti, che cattura un mix di profumi dalla Toscana nell’elemento che meglio sottolinea la regione, il vino, che racconta la storia senza tempo della terra, l’infinito ripetersi delle stagioni, del futuro del territorio attraverso gli uomini che vengono dalla terra

E’ una fragranza unica e sorprendente, nata da un mix di aromi primari, vino rosso, dolce e suadente, tipico dei vitigni, soprattutto di quelli aromatici che esaltano le fragranze dell’uva fragola, e poi la fragolina di bosco, la mora con lievi note fiorite, passionale e sensuale come solo può essere un prodotto della terra Toscana.

Foulard + quadro+fragranza al vino

Nasce proprio dal vino un progetto glamour che “profuma” di vino…quello di un magico incontro di donne, una sorta di gioco di squadra, tra Teatro Fragranze Uniche e l’artista fiorentina Elisabetta Rogai, l’artista che dipinge con il vino, che applica la tecnica del wine made e presenta i suoi preziosi shatush in cachmere….profumati al vino!!!!!!

Articolata in otto pezzi, la collezione riproduce – con l’aggiunta del logo EnoArt© – i dipinti di Elisabetta Rogai, realizzati col vino secondo una formula innovativa. In ogni caso i soggetti dei dipinti sono giovani donne senza tempo, icone di una contemporaneità che non toglie spazio a momenti di riflessione e analisi. Nei volti e nei corpi delle protagoniste c’è tutto l’universo emozionale di Elisabetta Rogai, il suo figurativo informale capace di instaurare un legame strettissimo con chi ammira le opere d’arte.

www.enoarte.it
www.teatrofragranzeuniche.it

 

Teatro Fragranze Uniche

Showroom Italia
Via Maragliano, 56 – 50144 Firenze
www.teatrofragranzeuniche.it
info@teatrofragranzeuniche.it

Showroom USA
NY – 469 W.7th Avenue
NEW YORK, NY 10001
Cristina Vannuzzi Landini PressOffice

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Lo stabilimento Shed di Schio….dalla vita …alla vita

spumanti balterLo stabilimento Shed di Schio….dalla vita …alla vita

La nuova vita dell’opificio Conte
Nasce un nuovo centro espositivo
dal “pannolana” alla musica, all’arte, ai prodotti del made in Italy

Nasce da un importante lavoro di restauro dello Studio di Architettura Marco Zordan un nuovo centro espositivo ideale per scoprire le molte opportunità che offre la zona industriale scledense, importante sia per il patrimonio di archeologia industriale sia per le peculiarità turistiche di questa area veneta: l’ottocentesco ex Lanificio Conte di Schio, il suggestivo ambiente oggi si sposa con l’opera dell’uomo, che nei secoli lo ha impreziosito attraverso l’imprenditoria e il lavoro ed oggi…….l’architettura, l’arte figurativa, l’alta gastronomia, la musica, la poesia……

Compito non facile per un architetto quello di intervenire sul passato con proiezioni sul futuro. Si devono rendere compatibili linguaggi diversi, farli interagire per giungere a un risultato che sia condiviso e convincente.
È una scommessa, quella dello Studio Zordan, che richiede una mano attenta e interventi fedeli, anche rinunciando alla libertà creativa. Insomma un gioco difficile sul tavolo del compromesso (inteso nella sua accezione migliore) per soppesare ogni scelta ‘nuova’ pnuove tendenze, l’identità di un popolo.erché sia ben accetta da ciò che già c’è da tanto tempo ed esige il diritto di non essere snaturato.

Mc SlurpExpo2014Ma il progetto dello Studio Zordan dona una nuova vita ai locali, e nel 2013 viene ultimato il restauro dello SHED, luogo luminoso e flessibile, con una grande attenzione a reperti industriali, in cui si sono intersecati innovazione, cultura, impresa e creatività.
Nasce il Polo Espositivo dello Stabilimento Shed di Schio, il ricordo importante di una vita passata che ha ancora le radici nel lavoro dell’uomo, dal ciclo completo per la produzione dei tessuti, garzatura, cotonatura, pressa, tintura, lavaggio, la chiodatura, tutto un mondo fatto di lavoro e di sacrificio, di macchine dal rumore incessante, toni alti nei comandi, la frenetiche ore della produzione, gli imballi, i muletti….ad un mondo fatto di arte, di musica, un polo espositivo utile per fare conoscere la propria storia e quella del territorio

, per cogliere e capire l’evoluzione della società e delle cose. E, dopo l’inaugurazione con la mostra personale “Mutazioni” di Pin

o Guzzonato ecco Slurp Expo 214, la fiera improntata all’alta gastronomia del Made in Italy: una testimonianza della salvaguardia di un patrimonio culturale importantissimo, quello del costume gastronomico italiano, che porta con sé la storia, la tradizione, le

Slurp Expo: il 29 e 30 marzo due giorni di alta cucina
nel cuore della “archeologia industriale” del Veneto
A  Schio debutterà prima fiera enogastronomica dedicata alle eccellenze del territorio vicentino, con 80 espositori. In calendario convegni e show

*temp*

Da un lato il dinamismo industriale-economico del Nord est, dall’altro il fiorire di sensibilità culinarie che oscillano tra Carlo Cracco e Nadia Santini: è nel costante gioco di rimandi tra questi due mondi che a Schio andrà in scena la prima edizione di Slurp Expo, due giorni dedicati alle eccellenze gastronomiche del territorio veneto. L’appuntamento con la rassegna organizzata da Magnabook.it (la piattaforma digitale dove da tempo si trovano migliaia di appassionati che esprimono e danno consiglio su tutto ciò che ruota attorno all’enogastronomia) è per sabato 29 e domenica 30 marzo nello stabilimento Shed di Schio, dove arriveranno circa 80 espositori che mostreranno eccellenze gastronomiche sia tipicamente venete che italiane.
Un evento, lo Slurp Expo, che nasce dalla Rete ma si sviluppa nel mondo reale e diventa la prima fiera enogastronomica della

Lanificio Conte 1280x720 (1)

provincia di Vicenza: in fondo, in nessun Paese al mondo come l’Italia la cucina – più che mai negli ultimi anni – ha assunto i connotati del business online: le tv, i giornali, siti, blog e l’e-commerce nel settore enogastronomico hanno allargato in maniera esponenziale i confini di un “pianeta” che, grazie alle eccellenze dei territori di ogni regione e alla maestria di chi sa trasformarli in emozioni, è ancora per certi versi inesplorato.
Se la fantasia ai fornelli non ha confini, e ogni giorno l’enogastronomia propone novità suggestive, è anche vero che il mondo culinario italiano è strettamente legato a tradizioni, a territori, che rappresentano altrettanti microcosmi. Uno di questi è sicuramente il Veneto, che con la sua provincia di Vicenza è culla di grandi cuochi come il MasterChef Carlo Cracco e Nadia Santini, da molti considerata la numero uno tra le donne ai fornelli.

Proprio per valorizzare queste potenzialità gastronomiche infinite, è nata dal mondo dalla Rete un’iniziativa che il 29 e 30 marzo intende dare lustro sia alle eccellenze del vicentino – valorizzandone quindi gli uomini e i prodotti – sia all’area industriale in sé, quale quella del Nord Est, dove negli anni si sono sviluppare aziende tessili e realtà imprenditoriali di fama mondiale. Da qui la scelta di una location come lo Shed, ricavato nello stabilimento che ha visto la nascita dello storico lanificio di Giovanni Battista Conte, definito una perla dell’archeologia industriale.

confetture cadei baghi

La manifestazione si articola in una fiera gastronomica, aperta a tutti, con circa 80 espositori che presenteranno e potranno vendere prodotti rigorosamente italiani, così da far conoscere cibi di nicchia come la “Sopressa Vicentina” della Val Leogra, l’aceto di ciliegia, i vini trevigiani ecc… Inoltre sono previsti eventi collaterali alla manifestazione, dai convegni di cucina storica e creativa all’esibizione di cake design, fino alla birra fatta in casa e molto altro.

Un’occasione unica per la provincia di Vicenza, per il Veneto e non solo: due giorni di “cultura enogastronomica” da non perdere, ma dove “perdersi” tra le emozioni che sapranno regalare aziende all’avanguardia con le loro eccellenze e i loro prodotti, chef di grido con la loro maestria di mente, cuore e mani. Due giorni, insomma, in cui vivere appieno il pianeta Cucina.
Per info e accrediti:

Cristina Vannuzzi
cristina.vannuzzi@gmail.com

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85ª edizione di Pitti Uomo e Pitti Immagine W, tra fashion, musica, arte, artigianato e la scoperta di nuovi brand

fiore ed elisabetta

85ª edizione di Pitti Uomo e Pitti Immagine W,
tra fashion, musica, arte, artigianato e la scoperta di nuovi brand

Certo Firenze non finisce mai di stupirci e ogni evento in città è l’occasione per creare un grande contenitore pieno di arte, musica e dj,concerti e band emergenti, un sound di sottofondo per la moda, che la fa da padrona, ma quest’anno anche il vino, l’arte e le fragranze sono i partner che esaltano le caratteristiche della città e l’evento che ci porta all’attenzione del mondo.
Sono proprio la musica e l’arte i temi di questa edizione della fiera internazionale dell’abbigliamento che presenta in anteprima mondiale le collezioni di 1.044 marchi di cui 395 dall’estero (il 38%) per l’autunno-inverno 2014-2015. Aziende che affrontano con coraggio il mercato interno in piena crisi, ma che guardano all’export che mai come oggi sta  apprezzando come fatturato il made in Italy di qualità.
foulard2Mille  gli eventi, unici, come il ritorno a Firenze di Chiara boni, con la sfilata della sua Petite Robe, Stefano Ricci, Rifle Jeans a Villa Cora, Roy Roger’s, Lardini (azienda marchigiana d’eccellenza che veste la Fiorentina) con l’esposizione di sei tele dell’artis ta Andrea Tarella che reinterpretano la collezione…..

E poi gli eventi “Fuori Pitti”, come quello a Palazzo Gaddi, il Fashion Tea Time. Un progetto importante, ideato e curato da Criss Egger, che vede la “prima volta” a Pitti di nuovi brand come l’azienda italiana di borse “Liberty” del Ferrarese Alfio Terroni e poi nomi emergenti come Isla Fontaine, Veronica Bettini, Maria Napoletano, Nayra e Noritamy.
E nelle splendide sale del’500 di Palazzo Gaddi, dove l’allestimento di Cris Egger è stato ideato con manichini autentici del secolo scorso firmati Emporio 1919 di Firenze, spiccano i quadri della pittrice fiorentina
Elisabetta Rogai, che applica la tecnica del wine made, e presenta i suoi preziosi shatush in cachemere prodotti dall’azienda toscana Ottotredici di Paolo Panerai.
foulard + dipintoNasce proprio dal vino un progetto glamour che “profuma” di vino…quello di un magico incontro di donne, una sorta di gioco di squadra, tra l’artista e Teatro Fragranze Uniche che sono riuscite a creare una nuova linea di fragranze, i Divini: una fragranza unica e sorprendente, nata da un mix di aromi primari, vino rosso dolce e suadente, tipici dei vitigni, soprattutto di quelli aromatici che esaltano le fragranze dell’uva fragola, la fragolina di bosco, la mora con lievi note fiorite, passionale e sensuale come solo può essere un prodotto della terra Toscana.
Articolata in otto pezzi, la collezione riproduce – con l’aggiunta del logo EnoArt© – i dipinti di Elisabetta Rogai, realizzati col vino secondo una formula innovativa. In ogni caso i soggetti dei dipinti sono giovani donne senza tempo, icone di una contemporaneità che non toglie spazio a momenti di  riflessione e analisi. Nei volti e nei corpi delle protagoniste c’è tutto l’universo emozionale di Elisabetta Rogai, il suo figurativo informale capace di instaurare un legame strettissimo con chi ammira le opere d’arte.
www.enoarte.it
www.teatrofragranzeuniche.it
TAG: enoarte, teatro fragranze uniche, otto tredici. cris egger

 

Suggerito da Cristina

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Canaiolo chinato- Suggerito da Cristina

DSCF0123(1)Canaiolo chinato- Suggerito da Cristina

Sul filo dell’equilibrio dolce-amaro, nasce il primo “Canaiolo chinato”
Dopo anni di sperimentazioni, debutta il vino aromatizzato dell’azienda agricola Tiberio,
che unisce la struttura del vitigno toscano a bacca rossa con diverse erbe officinali

 

Firenze, 26 luglio 2013

Replicare in terra di Toscana la magia che ha dato origine al “Barolo chinato”, realizzando un prodotto di qualità e ben lontano dalle pure logiche commerciali. L’idea è arrivata qualche anno fa, e subito sono partite le sperimentazioni in cantina: adesso Enzo Nocentini, titolare dell’azienda agricola Tiberio di Terranuova Bracciolini (Arezzo) può finalmente presentare il suo Canaiolo Chinato, l’ultimo arrivato di una “scuderia” che – forte di una storia familiare di cinque generazioni – conta anche una Malvasia Nera e un Canaiolo in purezza e la vinificazione col governo all’uso toscano.

 

Il Canaiolo Chinato fonde con armonia la struttura del canaiolo con le erbe officinali, stomatiche e digestive, più gli aromi della corteccia di China: si tratta di un vino nobile da meditazione, ideale per aperitivo e digestivo, liscio oppure scaldato con una scorza di arancio, ottimo per accompagnare le migliori delizie di pasticceria.

Per info:
www.tiberiowine.com
info@tiberiowine.com
Enzo Nocentini – 338.4604806

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Orosso Sangiovese vinificato in purezza – Suggerito da Cristina

OROSSO 2Orosso Sangiovese vinificato in purezza – Suggerito da Cristina

Annata: 2011
Denominazione: IGT

Uve: Sangiovese

Zona di produzione: Suvereto (LI)

Alla vista: colore rosso rubino

Al naso: profumo ampio di frutti rossi maturi

Al palato: sapore morbido, giustamente tannico

Tecnica di produzione: raccolta manuale in cassette forate, fermentazione separata delle uve di ogni singola varietà a 28/30°, macerazione di 15 giorni sulle bucce e successiva separazione del vino fiore dal pressato; maturazione in vasche di acciaio ed un affinamento in botti di rovere di secondo passaggio per 12 mesi

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Un romanzo d’amore e di vino… Terre di Orosso ma anche la storia di destini dedicati ad altre radici. Suggerito da Cristina

chiara e alessandro  Un romanzo d’amore e di vino… Terre di Orosso ma anche la storia di destini dedicati ad altre radici. Suggerito da Cristina
Chiara Risolo: la nostra era una conoscenza “virtuale” come si usa ora, tra professionisti della comunicazione…alla cortese attenzione della redazione, con preghiera di…..etc etc, eventi, vip, persone, fatti…una professionista arrivata, professionalmente, ad alti livelli, una testata prestigiosissima, la gestione di una rubrica, quello che si dice nel mondo dei stampa che conta, una che fa il bello e il cattivo tempo, uscire sul suo giornale e avere un articolo, ma che dico, un trafiletto, una foto, era, per una addetta stampa, aver fatto bingo!

E dopo tanti Flavio, Silvio, Veronica, Naomi, veline e calciatori, attori e comparse, personaggi di carta, da una Milano caotica e frenetica…….la metro, una vita fatta di orarii impossibili e di apericena, una Milano da bere, discoteche fuori e dentro piene di giovani, rigorosamente griffati, le Disco e i Risto, Giannino pieno di belle donne e calciatori, i milanesi snob, le Fiere e gli eventi, dove non si può asssssolutamente mancare, le griffe, il total look, e poi tutto trendy, lifestyle, glamour, il total look, la solidarietà pelosa, tutto brandizzato, il Natale fatto di regali ormai spudorati ed inutili….Milano bella e difficile, amata e odiata, dove si vive bene solo se si ha i soldi…… dopo tanto di tutto questo è scomparsa, inspiegabilmente.

Oggi la ritrovo in Toscana, bella in jeans, solare e divertente, anche divertita dal mio stupore, con Alessandro, il suo compagno bello e solido e Ginevra.
Ma soprattutto la ritrovo nel verde, in un mare di verde punteggiato di fiori in una campagna fatta di filari, le rose che prima aveva sulla sua scrivania, oggi sono cespugli che sottolineano i filari, messi a determinare la salute dell’uva, una ragazza/donna serena e soddisfatta, che porta all’asilo il suo splendore di bimba, la Chiesa del paese, l’asilo, le nuove compagnie, e poi le ricette, lo scoppiettare della legna nel camino di casa, la cucinona piena di rame lucido, e poi i profumi di casa, il divertente ritmo stagionale delle ricette, il borbottio delle marmellate al fuoco, i pomodori e il basilico, ancora fresco, mazzi di odori.

Oggi Chiara parla di vino, con competenza, il vino lo lavora, lo studia, ha imparato le cadenze della natura, del tempo, le attese, i colori, le foglie. E poi i cavalli, le grida stridule degli uccelli, i silenzi della notte, il caldo abbraccio del suo compagno, Ginevra che dorme nella stanza accanto, il suo più bel viaggio….dalla sua camera alla camera di Ginevra.
vignetoChiaccherata a 3 voci con Alessandro Filippini e Chiara Risolo…..ragazzi raccontatemi…..
Abbiamo cominciato tirando fuori dal cassetto dei sogni la nostra idea…Alessandro è un esperto conoscitore di vino, competente, lui il vino l’ha sempre amato, seguito, studiato…..abbiamo deciso di trasformare un’idea in una scelta di vita, dove il vino era il motivo e il motore, la mente ha pensato al lavoro che diventa business e poi con il cuore e la passione abbiamo dato un’anima a questa scelta. E poi ci siamo rimboccate le maniche, letteralmente.
Ma il vino….spiegatemi qualcosa…..come ????
Abbiamo cercato una “identità” vinicola, per un anno, in lungo ed in largo, bevendo e assaggiando, studiando e ascoltando. Abbiamo cercato persone, visto e studiato terreni, zone, peculiarità, parlato, ascoltato, proprio per dare un senso al nostro progetto, con umiltà. Poi la decisione di fermarsi nella zona “magica” di Suvereto in provincia di Livorno, nell’angolo di paradiso che ha dato vita al Sassicaia e l’Ornellaia, e dopo un margine ragionevole di attesa è nato Orosso, un Sangiovese vinificato, produzione che affianca quella dell’olio, il Frantoro, un extravergine d’oliva di nuova generazione ma con attenzione e cura alle vecchie tradizioni e ai vecchi sapori toscani….ma in cantiere c’è anche un Vermentino, il Ginevra. Oggi, stiamo crescendo la nostra “creatura”, La Terre Filippini, la scelta del nome, l’etichetta, la bottiglia, la presentiamo con orgoglio, stiamo ricevendo fiducia e approvazione….la creatura sta crescendo e noi insieme a lei.
Ma voi che cosa chiedete al vostro vino?
Che sia Super, un supertuscany, che sia come i toscani, testardo e deciso, forte ma tenero e dolce, aperto ed elegante, vero, che racconti il nostro amore per questa terra, che sia sincero…..il nostro leit motive “Noi abbiamo imbottigliato la verità, sta a voi raccontarla”
03Orosso Sangiovese vinificato in purezza
Annata: 2011

Denominazione: IGT

Uve: Sangiovese

Zona di produzione: Suvereto (LI)

Alla vista: colore rosso rubino

Al naso: profumo ampio di frutti rossi maturi

Al palato: sapore morbido, giustamente tannico

Tecnica di produzione: raccolta manuale in cassette forate, fermentazione separata delle uve di ogni singola varietà a 28/30°, macerazione di 15 giorni sulle bucce e successiva separazione del vino fiore dal pressato; maturazione in vasche di acciaio ed un affinamento in botti di rovere di secondo passaggio per 12 mesi

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Bottega Rose Gold: spumante Rosè per Natale – Cristina

Rose Gold (1).jpgBottega Rose Gold: spumante Rosè per  Natale

La nuova bottiglia della collezione “Bottega glamour”

Bottega Rose Gold è il nuovo vino spumante che completa la collezione “Bottega glamour” e che segue il successo mondiale di Bottega Gold.

Il packaging della bottiglia si caratterizza per l’affascinante colore che evoca l’oro rosa, la sfumatura romantica del re del metallo.

Bottega Rose Gold è un vino spumante rosè, prodotto con una selezione di uve Pinot Nero raccolte in Oltrepò Pavese. Questa zona della Lombardia è largamente apprezzata dai viticoltori. I vigneti si estendono principalmente sulle colline (100-300 metri sul livello del mare), dove il suolo è caratterizzato da sedimentaria marina con argilla fine.

Le uve vengono raccolte a mano e vinificate a temperatura controllata. Le bucce rimangono a contatto con il mosto per 24 ore. Mosto e bucce vengono poi separate con una pressatura soffice. La fermentazione avviene a temperatura controllata di 18 ° C. Nel corso dell’anno che segue la vendemmia, il vino ottenuto passa attraverso la presa di spuma. La seconda fermentazione si determina in recipienti di acciaio, secondo il metodo Charmat, a una temperatura controllata di 14° C e dura 60-90 giorni.

Il vino color pesca appare brillante, con un perlage fine e persistente. Il profumo è spiccatamente floreale, con sentori di frutti di bosco, soprattutto ribes e fragoline di bosco. Il sapore è fresco, con una buona acidità, armonico, delicato e persistente.

Bottega Rose Gold è un vino da tutto pasto. Si abbina particolarmente bene con insalate, piatti vegetariani, sushi, pesce e formaggi. È anche un piacevole dopo cena.

Bottega Rose Gold viene distribuito nei duty free, nei ristoranti e nelle enoteche.

La bottiglia da 75 cl è in vendita in Italia con un prezzo al pubblico di circa 24 euro.

Contatti: Giovanni Savio – Ufficio Stampa – Bottega S.p.A. – Tel. 0438-406801

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Il Vino dei Poeti Brunello di Montalcino Docg – Distilleria Bottega

Brunello di Montalcino.jpgNel 2013 Gold Medal (Medaglia d’oro) al Gran Premio Internazionale del Vino MUNDUSvini 2013

Il Vino dei Poeti Brunello di Montalcino Docg è vino dalla personalità robusta, che si caratterizza immediatamente per l’intenso colore rosso rubino ravvivato dagli inconfondibili riflessi granata. Il bouquet intenso e persistente con sentori di frutti a bacca rossa, introduce un sapore asciutto, rotondo e strutturato. Il retrogusto persistente con sentori di legno ne completa il profilo. Questo vino si sposa bene con piatti importanti a base di carni rosse come: brasati, stufati, stracotti, così come con salumi e affettati.

 

Contatti: Giovanni Savio – Distilleria Bottega Srl. – Tel. 0438-406801

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1 oro e 1 argento: Successo in Germania a Mundusvini per i vini rossi toscani di Bottega – Cristina

Bolgheri.jpgL’azienda Bottega, da anni presente con grappe, vini e liquori nei mercati di oltre 120 paesi del mondo, ha partecipato con successo in Germania al concorso enologico MUNDUSvini. L’azienda ha conseguito un importante riconoscimento per i vini rossi toscani di cui è stato riconosciuto il livello di eccellenza. Di seguito le medaglie conseguite:

Gold Medal – Il Vino dei Poeti Brunello di Montalcino Docg

Silver Medal – Il Vino dei Poeti Bolgheri Rosso Doc

Il Gran Premio Internazionale del Vino MUNDUSvini è uno dei più importanti concorsi enologici a livello internazionale. Ufficialmente riconosciuto e patrocinato dall’Organisation Internationale de la Vigne et du Vin (OIV), vede la partecipazione di vini provenienti da tutte le zone di produzione del mondo. È stato istituito nel 2001 dall’accademia del vino MUNDUSvini, società affiliata della casa editrice Meininger Verlag di Neustadt, e si svolge con cadenza annuale. 

Brunello di Montalcino.jpgApprodimento sui prodotti premiati

• Il Vino dei Poeti Brunello di Montalcino Docg è vino dalla personalità robusta, che si caratterizza immediatamente per l’intenso colore rosso rubino ravvivato dagli inconfondibili riflessi granata. Il bouquet intenso e persistente con sentori di frutti a bacca rossa, introduce un sapore asciutto, rotondo e strutturato. Il retrogusto persistente con sentori di legno ne completa il profilo. Questo vino si sposa bene con piatti importanti a base di carni rosse come: brasati, stufati, stracotti, così come con salumi e affettati.

• Il Vino dei Poeti Bolgheri Rosso Doc è un vino di colore rosso rubino intenso con riflessi granata, che ha origine da una selezione di uve di Cabernet, Syrah e Sangiovese. Vinoso, armonico, salino e strutturato, si caratterizza per le note balsamiche di piccoli frutti a bacca rossa e di prugna e per i sentori minerali e speziati. Le uve hanno origine da vigneti esposti nord-sud, posti a 200-400 metri slm e caratterizzati da terreni sabbiosi, argillosi, con elevato scheletro, alcalini e ricchi di metalli. Il processo di vinificazione prevede la macerazione sulle bucce per più di 20 giorni. In questo periodo il mosto fermenta lentamente a una temperatura di 24-26°C. L’estrazione polifenolica viene favorita da un costante rimescolamento delle bucce con il mosto. Il vino viene infine lasciato maturare in botti e barrique per un periodo didue anni, di cui 18 mesi in botti di rovere. 

 

Contatti: Giovanni Savio – Distilleria Bottega Srl. – Tel. 0438-406801

 

 

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