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Lam Brum Brum – Paride Rabitti IL Lambruscologo

Così avrei chiamato il lambrusco se fossi vissuto negli anni trenta partecipando a un convivio futurista.
Filippo Tommaso Marinetti padre del movimento che rivoluzionò l’arte a 360 gradi compresa la cucina, nel 1930 pubblicò il manifesto della cucina Futurista, dando un taglio netto col passato per abbracciare il dinamismo della vita moderna e dissacratoria del desco mai così vivo e vitale.
I paradossi gastronomici sorprendevano nei colori nella consistenza, negli abbinamenti come: banana e groviera, montone e gamberi, vitello e assenzio, aringa e fragole.
Tutti i sensi dovevano essere stimolati, tanto che alcune pietanze erano accompagnate con fogli di carta vetrata per avere sensazioni tattili oppure tra una portata e l’altra era eseguito un brano musicale, scuotere la materia per risvegliare lo spirito.

Una rivoluzione cucinaria, un’anticipazione della Nouvelle Cuisine all’Italiana. In un manuale-ricettario erano elargiti suggerimenti su come imbandire banchetti e pranzi tra genio e follia, su come favorire il piacere tattile, condizione necessaria alla diffusione della poesia del corpo, si consiglia l’uso di profumi, l’ascolto della poesia e della musica, il contrasto, visivo-tattile-gustativo in uno stesso piatto, di dolce-salato, caldo-freddo si dava a queste esperienze extra palatali l’importanza che avrebbe potuto avere un’immagine in un libro.
I banchetti divennero così una forma d’arte e la sala da pranzo si trasformò in palcoscenico, dove i fuochi artificiali dell’apparenza viaggiavano un passo avanti alla sostanza.
Il futurismo amava i motori, il movimento, il volo, le macchine, gli aeroplani e così i banchetti si trasformavano in aerobanchetti.
Il primo fu organizzato a Bologna nel 1931 su tavoli a forma di aereo con centro delle due “ali”, una motocicletta come motore, apparecchiare la tavola assunse un significato onomatopeico ma non con tovaglie tradizionali bensì con fogli di alluminio e piatti metallici, dove le pietanze avevano nomi come, “rombi d’ascesa” un risotto arancione con spicchi d’arancia.
Quando lo servirono Marinetti, proclamò: “Voliamo a ottomila metri: sentite come questo nutre e favorisce lo stomaco” dai commensali si levò allora una richiesta tonante: “Vogliamo il carburante.” e qui entrò in scena sua maestà il Lambrusco servito in latte da benzine.
Il Lambrusco un vino in movimento, vivo, vitale, giovane, frizzante, servito per l’occasione in serbatoi di benzina divenne un autartico Champagne.
Motori e pistoni ma il pistone era un’unità di capacità per le navi pari a due litri ed era anche il modo popolare per chiamare la bottiglia di vino, e una bottiglia di Lambrusco in particolare che appena sturato inizia il suo canto squillante come un colpo di pistola. Con uno scoppio verticale secco diretto al soffitto, superbo come il fischio di una vaporiera, con in testa un alto ciuffo di schiuma rubino da parata.
Il Lambrusco è vivo vitale e veloce, dona giovinezza e muore giovane,  non lasciamo che il suo sacrificio sia vano… ma VINO!
Paride Rabitti (Il LAM BRUM BRUM SCOLOGO)

Lam Brum Brum – Paride Rabitti IL Lambruscologoultima modifica: 2012-08-18T08:08:00+02:00da
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